pavlov con te ha fallito*
eccomi allo sportello dell' aziendadeitrasportimilanesi, detto pomposamente "atiemme point". ambizioso obbiettivo per la giornata: entrare in possesso della tessera elettronica. ma il sogno si infrange contro questa signora napuletana monolingue, che mi dice:
-deve cumpilare 'e moddule, ssstà lllà (fa cenno col testone verso un punto imprecisato nella stratosfera dietro, sopra, attorno me).
-gentile signora napuletana monolingue, sa dirmi di preciso a quale punto del nostro pianeta si riferisce? nord? est? quale longitudine?
-a signò, guarde, 'ssta lllà (spazientita, guardandomi come se fossi una povera demente).
io mi guardo intorno sconsolata ed è lì che interviene la geniale collega, fino a quel momento impegnata a contemplare l'infinito; ella si riscuote dal suo torpore e scandendo come se fossi straniera dice:
"MU-RO"
lo dice così, a voce un po' alta perchè forse sono anche sorda.
ma ok. vado al MU-RO, prendo il modulo, lo compilo, vado a un altro sportello; il signore guarda il mio modulo e, educatissimo, quasi imbarazzato mi dice:
-ha dimenticato la data di nascita..
-...
-..me la può dire?
-certo che gliela posso dire, eh eh, non è che l'abbia tralasciata apposta sa? eh eh.. sono ancora giovane..
-...
gli dico la mia data di nascita. poi:
-ma lei è studentessa?
-come fa a saperlo? (meravigliata)
lui mi guarda per un attimo, come per accertarsi che non lo stia prendendo in giro. poi lo vedo scribacchiare su un foglio "sì è una povera demente" e buttare la nota verso la collega di prima, mentre dice:
-ha preso il modulo per studenti. deve rifarlo.
torno a sedermi, compilo il modulo, perdo la foto, la ritrova il signore allo sportello, eccetera. segue spettacolino per gli (attoniti) astanti - io che tiro fuori oggetti random dalla borsa, lui che li raccoglie da terra.
solita roba.
degna conclusione
salendo le scale della metro inciampo - in me stessa - battendo per bene prima una gamba e poi l'altra.
mentre casco al rallentatore, come una vecchia, dietro di me sento la gente che fa: "aah!" e "oooh!".
vorrei girarmi a intavolare una polemica delle mie (sul mio tema preferito, "fatevi i fatti vostri"), ma, ecco, sono impegnata a cadere.
effettivamente ciò che mi impedisce di rotolare giù per le scale sono due signore vicino a me che mi trattengono per le braccia e i capelli.
e dopo mi chiedono:
-ti sei fatta male?
-sì.
ma mentre lo dico, so che ancora una volta ho dato la risposta sbagliata.
ps. prima che qualcuno si lamenti, prossimamente su questo blog un post in cui si prende in giro bonariamente l'accento altoatesino.
*l'ha detto il mio pidanzato, a me.
13.6.06
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