c'est le vent, betty
a volte mi succede di avere improvvisamente in mente delle canzoni. me ne rendo conto dopo un po', le trovo lì che mi girano in testa. delle cose talvolta quasi imbarazzanti: stamattina attraversando la strada sulla circonvallazione, cosa mi viene in mente se non bella età di scialpi?
ho come un baule nella testa. è pieno di canzoni di tutti gli anni, quelle brutte e quelle belle, quelle che tipicamente uscivano a marzo perchè destinate ad essere le "hit dell'estate", quelle che nessuno cagava e impazzivo per trovarle alla radio, e passavo delle ore a girare la manopola vagando da una stazione all'altra, in attesa che la trasmettessero, pronta con una cassettina.. mi ricordo che sono andata in crisi quando ho avuto il primo stereo con il tasto al posto della manopola, perciò. come caspita la trovi una stazione sul display digitale? no, girare la manopola era come forzare una cassaforte, le dita sensibili, le orecchie pronte.
ho il baule, e a volte penso di aver dimenticato delle canzoni, e invece ogni tanto saltano fuori da sole e mi fanno ridere, e mi fanno pensare. e mi fanno compagnia.
come quel pezzo, da betty blue, che usavano per la pubblicità di stefanel quando ero piccola.
"e 'mo so cazzi tua irene"
così mi ha detto l'ultraipersupercapo. ieri. in una riunione collettiva. davanti a tutti.
mi sentivo cadere dalla sedia. ho provato a descrivere la sensazione, ma era quella. mi sentivo cadere, anche se ero seduta. perdevo l'equilibrio. avvampavo. non sapevo cosa dire.
non mi succedeva da tanto.
non mi è piaciuto.
odio stare sotto il riflettore, e odio le critiche, e odio le falsità. e lì c'erano tutte e tre le cose. oltre a mancanza di rispetto, di professionalità, di tutto. di umanità: riunioni sui ceci, odore di (auto)incenso, leccate di culo, teste che si girano a guardare chi è attento e chi ha lo sguardo critico e chi. ho imparato, in questi anni, a prepare a face for the faces that you meet (è eliot): in queste occasioni, ho un'espressione neutra.
generalmente se mi guardi in faccia sai cosa penso, sai cosa dirò, sai anche cosa ho mangiato ieri.
la maschera però ieri, me l'hanno tolta. e mi sentivo cadere.
avrei menato le mani. forse dovrei menar le mani.
dovrei andarmene.
marco ci ha scritto dicendo che.. beh, che è un figo. lo invidiamo molto. ma mi chiedo, avrei potuto fare la sua scelta? no. fine.
marco diventerà phd in qualcosa sulle foreste, e va a fare una conferenza a vancouver.
vancouver capite? e io conosco vancouver solo perchè ci è nato michael j. fox insomma.
e marco scrive, dads nota giustamente, come uno che legge testi universitari tutto il tempo. complicato, pieno di subordinate, di sofismi. e quasi mi sento una pezzente a rispondergli.
e cosa posso rispondergli se non, questo?
ma in quanto autorevole autorità, ho chiesto a lui come mi vedrebbe a fare la commessa all'upim o all'esselunga.
in fondo, mentre piego golfini potrei pensare. senza incazzature.
o forse incazzata, sarò sempre incazzata.
carriere
strawberry points manager junior: amministra i punti fragola e suggerisce come spenderli.
out of window watcher senior: guarda fuori dalla finestra e descrive ciò che vede, il blu del cielo, i colori degli alberi, o anche: c'è traffico, piove. lo faccio ogni mattina.
music chooser manager: a seconda dell' umore del cliente, ne seleziona la colonna sonora per la giornata.
advice dispenser senior manager: fornisce consigli ma solo quelli richiesti, critica o incoraggia a seconda della necessità, fornendo sempre uno sguardo obiettivo laddove la persona, da sola, non riuscirebbe ad averne.
24.10.02
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento