3.9.04

Andiamo, Le Bret! che dovrei fare?
cercarmi un protettore, eleggermi un signore, e come l’edera che dell’olmo tutore carezza il gran tronco e ne lecca la scorza, arrampicarmi invece di salir con forza? Grazie, no!
Saziarsi di rospi, digerire lo stomaco a forza dell’andare e venire, consumar le ginocchia, misurar le altrui scale, far continui prodigi di agilità dorsale?
Grazie, no!
Progredire di girone in girone, diventare un grand’uomo tra 50 persone e navigar con remi di madrigali ed aver per buon vento i sospiri di vecchie fattucchiere?
Grazie, no!
Pubblicar presso un buon editore pagando i propri versi?
No! Grazie dell’onore.
Sudar per farsi un nome su di un picciol sonetto anziché scriverne altri? Scoprire ingegno eletto agli stolti, ai grulli, alle talpe… dare ali, lasciarsi sbigottir dal rumor dei giornali… e sempre sospirare e pregare a mani tese purché il mio nome appaia sul "mercurio francese?"
Grazie no! Grazie, no! Grazie, no..

Ma cantare, sognare, libero, indipendente, aver lo sguardo sicuro e la voce possente.
Mettersi quando piaccia il feltro di traverso, per un si, per un no, battersi o fare un verso!
Lavorar senza cura di gloria o di fortuna a qual sia più gradito viaggio….. nella luna!

Nulla che sia farina d’altri scrivere e poi modestamente dirsi: ragazzo mio tu puoi tenerti pago al frutto, pago al fiore, alla foglia, purché nel tuo giardino, nel tuo tu li raccolga!

Poi se venga il trionfo per fortuna o per arte, non dover darne a Cesare la più piccola parte, aver tutta la palma della meta compita, e disdegnando d’esser l’edera parassita… pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzuto… salir… anche non alto, ma salir senza aiuto!
(Cyrano de Bergerac)

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