15.5.03

ultimamente pare che tutti abbiano l'impellente bisogno di dirmi che cosa sono o che cosa dovrei essere.
siccome ho passato 3/4 della mia vita a guardarmi dentro fuori e di fianco, credo di avere più o meno un'idea dei miei limiti senza che qualcun altro, che magari mi conosce da cinque mesi o da due anni, pretenda di saperli e me li comunichi.
comunque.
lì per lì mi sento forte. mi sembra anche di dire le cose giuste, di saper essere autorevole o confortante o quel che la situazione richiede, quello che la persona richiede. e mi dico: son troppo forte.
poi però dopo sto male. non so.
ieri sera la piuli ha detto una cosa giusta, che mi è cresciuto il pelo sullo stomaco. è vero. però allora perchè ho un'ulcera in questo momento?
stamattina una persona mi è scoppiata a piangere davanti mentre mi accusava di essere così e cosà. la guardavo e pensavo, sembri me dieci anni fa. questo è solo l'inizio.
cosa dovevo dirle? non ho più niente da dire. ho la presunzione di aver imparato a mie spese che ognuno è quel che è, e poi la vita gli insegna quel che deve.
non aveva il diritto di giudicarmi, e diceva io non giudico nessuno.., però piangeva.
cosa dovevo dirle? l'ho abbracciata e le ho dato il mio collirio.
però ora ho la salsina agliata di ieri sera in bocca.
sono qui, comunque. e non è che sia esente da solitudine. non è affar vostro capirlo, immagino.

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