gioie della vita: il mercato
gli odori, i colori, le bancarelle, le signore col carrello, la frutta straripante, i pomodori che sembrano veri, i banchetti dei formaggi e salumi con quegli odori intensi e a servire ci sono sempre un uomo e una donna sui cinquanta, con l'aria sana, e come fai a non comprare. i polli allo spiedo e le patatine tirate su con la paletta piena, che i bambini schiacciano la faccia contro il vetro per guardare, con l'acquolina in bocca.
ho comprato le banane, le olive dolci, tre mazzi di basilico gigante, pomodori sott'olio, e gli sgombri, come da bambina, in onore della mamma che pensa che io sia diventata un'altra, chissà chi.
gioie della vita: è venerdì
addormentarsi in un vero e proprio nido, di piumino lenzuola cuscini e l'odore di noi quando dormiamo, quando dormiamo insieme, che è la cosa più intima del mondo, che è il momento più puro e vero della nostra storia tutta intera.
svegliarsi girarsi e rigirarsi rubarsi le coperte ridarsele, guardare la tua nuca e poi i tuoi occhi chiusi perchè ti sei rigirato anche tu, e poi improvvisamente metterci seduti tutti e due come se veramente ci fosse stato un annuncio in filodiffusione e fissare l'ora sul videoregistratore: 09.29.
lavarsi vestirsi uscire di corsa ridendo, ma lo prendiamo il caffè? certo che lo prendiamo, e correre in ufficio per trovare un totale di 1 collega in postazione, e tutti gli altri in giro a cazzeggiare.
il sole. il caldo. che film guardiamo questa sera?
ho voglia di pane grosso, grezzo, vero, ho voglia di sentire odori veri, buoni, mi sento come se fosse il 4 marzo ma non lo è, sta per arrivare l'inverno ma non mi interessa se mi sbaglio di qualche mese o era geologica. oggi, ora, qui, mi sento bene.
ma qual è il bagno delle donne?
prima di tutto, piazzale bottini. cinque anni a uscire da quella uscita della metro e prendere l'autobus su quel marciapiede. nessun negozio è cambiato.
nessuna delle pizzerie di via porpora in cui bazzicavamo per fine anno e compleanni vari.
naturalmente mi sono dovuta fermare da pizza mundial a prendere un pezzo di focaccia. poi ho aspettato lalaura davanti al ristorante andino.
lalaura è esattamente come nella foto che conservo: sono contenta di non essere l'unica che ha la stessa faccia da tutta la vita (probabilmente, deduco, invecchieremo tutto d'un botto, una mattina di ottobre del nostro 33esimo anno di vita).
comunque, in caso d'emergenza, avevamo pensato tutte e due a qualcosa con cui renderci riconoscibili:
un pacchetto di minimars.
incredibili coincidenze che sicuramente significano qualcosa. altro che la niu eig.
abbiamo parlato tanto, e non del passato. questa è la cosa che mi ha colpito di più. mi sembravamo un po' bridget (ma è scontato) un po' stupide e basta.
per il resto, si, abbiamo mangiato una cosa gialla (la più economica- dimostrando di capirci al volo anche lì) e in bagno le due porte avevano le seguenti figure: con cappellino e senza cappellino. ho riflettuto un attimo, e constatato che effettivamente ero senza cappellino. e lì sono entrata.
27.9.02
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