12.6.08

sto trascorrendo queste giornate con alcune persone che credo frequenterò per pochissimo tempo: non importa. è una condizione surreale, ma ultimamente tutto lo è.
l'i ching parla spesso della "compagnia fra gli uomini": è un'espressione un po' sprovveduta per dire che, in fondo, in questa burrasca quotidiana non abbiamo altro che l'appoggio reciproco.

ieri una di queste persone ci ha raccontato di aver avuto un tumore. l'ha fatto con la massima naturalezza, aggiungendo: non mi interessa fare la vittima, non ve lo dico per quello. e mentre parlava era realmente piena di sole.
a turno, quasi tutti abbiamo avuto l'impressione di averla già vista da qualche parte. questo mi sembra significare qualcosa, ma non so cosa. come in certi sogni.

mi ha detto, tu hai una situazione familiare. (punto. non era una domanda)
le ho detto, sì.
sopra alle nostre teste pendeva un gelsomino carico di estate.

io, come sempre, sto defilata e guardo. loro continuano a dire: dobbiamo stare uniti, dobbiamo fare gruppo. è come stare stesi accanto a un fiume ad ascoltare l'acqua. è il pozzo nel deserto del piccolo principe.

oggi mi hanno detto che sono "giocherellona".
che sono una bambina.

nelle lunghe ore spese inutilmente a ciondolare in un cortile, si parla e si ride.
avevo bisogno di questo.
va bene così.

rispetto al lavoro, ho capito improvvisamente che è come quando un grande amore ti lascia e tu poi non riesci più ad avvicinare nessun altro. ogni tanto provi a uscire con qualcuno, magari l'amico di un'amica, ma scappi appena ti chiede un po' di più.
forse ora mi sento pronta. per dirla alla luther vandross, "Now all you need is a chance to try / Any love".

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