5.5.08

post scurrile
io dico: scegli dove vuoi andare, finchè puoi.
e poi non scelgo mai un tubo.
non sono neanche capace di organizzare la gita all'hammam con lalau, per dire.
sono chiacchiere e distintivo.

Q- vieni da me a pranzo?
A- eh ma mi mo.
uff.
ma quanto mi stufo.
il fatto è che la mia vita è avvolta nell'indeterminatezza, e non ho neanche voglia di stare a spiegarvi in che senso. dubito anche delle pochissime certezze che ho.
ho dei pensieri che sembrano montagne.

Q- ma adesso cosa fai?
A- eh, le traduzioni. sai quei regesti...
Q- ah.
sempre ah. del resto, con una presentazione così accattivante: i puntini, "le traduzioni". suona come "ho portato un cocomero".
lo so che dovrei argomentare, dire: no guarda, in realtà è un progetto molto bello. guarda, in realtà questo era il lavoro che. il lavoro che punto.
invece niente, la mia bocca si chiude. non ho voglia di spiegare niente a nessuno.

macino, faccio, so di mostrare pochissimo entusiasmo. è che cerco di mimetizzarmi sul fondo a guardar passare il resto, perchè comunque le botte vanno ma i segni no, e ci son mille scossettine di assestamento che, alla fine, diciamo che rompono anche un po' i coglioni eh.

ho guardato il mare e mi è salita una specie di rabbia e ho pensato che tre giorni al mare non bastano, non bastano più.

devo ricordarmi di tenere le spalle dritte, devo farmi qualche sana camminata delle mie, devo avere dei bei pensieri positivi porcocazzo, leggere gialli e fumetti, mangiare frutta, guardare dei bei film, parlare con persone che non conosco tipo la vecchia dietro al bancone in una piccola città, ridere, ridere, ridere.

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