13.2.04

molto è cambiato negli ultimi mesi. a volte è come se all’improvviso la macchina accelerasse da sola, e non puoi fare altro che stare attenta alla guida e sterzare, in attesa che passi tutto.
fino ad ora, penso di essermela cavata bene; anzi, sempre meglio.
non che non mi terrorizzi. sono stata qui nel mio angolino per anni, pensando a volte che la sedia mi avrebbe potuta inghiottire e nessuno se ne sarebbe accorto: a malapena avevo qualcosa da fare, e andavo avanti meccanicamente.
il blog è cominciato così, e credo abbia assolto al suo compito: il mio cervello si è rimesso in moto, ora non ho più tempo di scrivere.

mi guardo intorno e vedo scioperi, licenziamenti, chiusure, e le grandi società del paese che colano a picco.
tutto sembra costare troppo per me che ho uno stipendio buono: immensamente, per mia mamma con la sua pensione e le medicine.
non ce la faccio a stare ferma a guardare. devo provare a fare qualcosa almeno, prima che sia troppo tardi. a volte ho paura che finisca il lavoro, e con lui i soldi e quel simulacro di indipendenza: e penso che non è giusto.

dovrei almeno essere messa in condizione di poter scegliere quale tipo di felicità voglio, se fare dei figli, dove vivere, come..
invece ora mi sembra di non aver scelta. costa tutto troppo, non posso fare niente, non so mai per quanto tempo ancora avrò questo lavoro.
a volte penso che potrei persino dover andare all’estero. a volte penso che avrei dovuto farlo tempo fa.

oggi sto pensando che sono tempi duri, che sembrano destinati a peggiorare, e che forse dovremmo tutti cercare di rimettere in moto i cervelli. che è come se tutto, intorno, stesse dormendo.
non è vero che non c’è scelta. c’è g. con il suo tondino nella pancia, c’è la sua micia che è tornata:
c’è stare con le persone amate, renderle felici, passeggiare quando c’è il sole, nuotare in mare e vedere i pesci, essere sull’autobus affollato la mattina e pensare che vorrei fotografare tanti di quei visi: tutti sempre imbronciati, arrabbiati con la vita, ma con il desiderio di essere vivi almeno cinque minuti al giorno, almeno il tempo di uno scatto.

Nessun commento: