3.10.02

i sogni e la realtà, e io nel mezzo, e mescolata a tutto come un pastello. sono fra due cuffie, e ascolto lo stesso cd da ore. alanis.
why why do i try to change you? try to change you when you really don't want me to?
e me ne sto qui sempre come parcheggiata. e posso avere tutte le fisime del mondo, ma non sono certo una cretina.
e mi sento addosso una tensione che piangerei, mi tremano le mani mi trema il cuore, tutto. chiamiamola pms. ma non lo so.
bisogna comportarsi bene, bisogna sempre comportarsi al meglio. certo che sono contenta che tu da un giorno all'altro ritrovi serenità (grazie a me? no way, perchè è tornata la capa), e che le giornate trascorrano ridendo e scherzando, e io qua nel mio angolo a combattere con uno la mattina, una il pomeriggio, e insomma hai anche voglia di gioire dei bei momenti dell'altro. però siccome non sono un lombrico sul vetro, mi chiedo: e io dove sono in tutto questo? c'è solo una persona per cui sono importante, qui dentro. mi ci attacco con i denti? sono sfibrante? sono qua e sono là, quanto di peggio offra il mercato delle fidanzate?
la fottuta paura del fottuto abbandono. che si fotta!
ho il diritto di avere paura di queste cose, soprattutto di quelle che hanno dei motivi, degli svolgimenti, delle conclusioni.
ma qualcuno sul pianeta ha idea di quanto mi costi lasciarmi andare tanto così, aprire la porta, accettare invasioni di campo, cedere alla bellissima tentazione di invadere il campo altrui (ieri sera)???? e dire non dovevo, dovrei stare più spesso da sola, *rimanere abituata a spazi solo miei* perchè, perchè, perchè.. perchè non si sa mai. perchè addormentarmi con lui è più bello, e scivolare è veramente un passo. ma cazzo.
e lo so che è un mio problema, se mi sento responsabile perchè lo lascio solo un'ora (ma quanti week end ho passato da sola io?), lo so che il problema è mio. lo so che sono io quella che supporta e parla mille parole pur di strappare un sorriso, alla nausea, la carne dalle ossa, tutto quello che volete. però a volte mi piacerebbe che si sapesse che la moneta, la mia, è quella. e con quella mi piacerebbe essere ripagata.
e invece no, contegno, "stupore". no, naturalmente sono esagerata, sono gelosa, mi faccio i film.

ma so io cosa penso, e so anche di chi. e faccio bene.
sai che immensa ricchezza.
forse si, dovrei tornare nella mia cameretta e tutto.
e da qualunque parte vadano le situazioni, invariabilmente mi viene detto che ce le ho portate io. ma possibile? possibile che sia sempre io ad aver chiuso la porta? e a doverla riaprire? non si può fare, qualche volta, che qualcuno mi da uno straccio di spiegazione, un'ammissione di responsabilità?

mi dice, per te oggi non ho parlato con -
bene, bene, è esattamente quello che voglio: farti sentire castrato e soffocato. è a questo che sto lavorando da un anno, del resto!
a fronte di una vita, una vita intera, a pensare con tutto un altro cervello, un'altra testa. siamo ancora qui a mischiare le carte sul tavolo e dire: sei tu che sei matta. quando ci sono delle carte che sono mie, ma altre no, quelle altre sono tue. e se non le vuoi scoprire puoi farlo, ma le vedo, non posso far finta di essere a un altro tavolo.


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